Gli effetti dell'inquinamento atmosferico sulla salute
L’inquinamento atmosferico è tra i principali fattori di rischio ambientali per la salute pubblica. Parlando di inquinamento atmosferico, ci si riferisce ad una miscela di sostanze gassose e di particelle contenute nell’aria che respiriamo. Gli inquinanti presenti nell’aria provengono sia da sorgenti emissive antropiche presenti nel territorio (traffico veicolare, industrie, riscaldamento domestico ecc.) sia da sorgenti naturali (incendi boschivi, eruzioni vulcaniche ecc.). In generale, sebbene le aree urbane, maggiormente antropizzate, presentino una qualità dell’aria peggiore, gli inquinanti possono essere trasportati dagli eventi meteorologici anche a migliaia di km di distanza, determinando così effetti anche transfrontalieri.
Negli ultimi anni, sempre più studi indagano il rapporto fra qualità dell’aria e combustione domestica di biomasse (es. legna): spesso infatti le combustioni domestiche, se mal condotte, rappresentano una importante sorgente emissiva di particolato (PM) e composti tossici sia in ambiente outdoor che indoor. Quando si parla di PM ci si riferisce non a una singola sostanza ma ad una miscela di sostanze variabile nel tempo, nello spazio e molto eterogenea dal punto di vista delle proprietà fisiche e della composizione chimica. Queste proprietà condizionano significativamente il rischio per la salute associabile al particolato; inoltre, il particolato può veicolare un insieme variabile di composti potenzialmente tossici: metalli, idrocarburi policiclici aromatici ecc. La frazione più piccola del particolato, definita anche “polveri sottili” (PM10 e PM2.5 e PUF, Particelle Ultra Fini), è in grado anche di penetrare nelle vie aeree profonde fino a raggiungere gli alveoli polmonari, determinando così effetti sistemici, cioè non limitati esclusivamente all’apparato respiratorio. L’inquinamento atmosferico ed il particolato, sono stati definiti come cancerogeni di gruppo 1 (cancerogeni certi per l’uomo) dalla IARC (International Agency for Research on Cancer) e l´Organizzazione Mondiale della Sanità, per il particolato atmosferico, ritiene che non sia possibile definire una soglia di sicurezza: perciò raccomanda di mantenere le concentrazione atmosferiche di PM10 e PM2,5 ai livelli più bassi possibili.
La meteorologia, come già detto, è un fattore che incide significativamente sull’andamento temporale di questo inquinante: l’accumulo di polveri sottili e il conseguente aumento delle concentrazioni si verifica tipicamente durante i mesi autunnali e invernali, periodo di massima attività degli impianti di riscaldamento, e caratterizzato da assenza di vento e da condizioni atmosferiche più stabili, che inibiscono il rimescolamento delle masse d’aria e la dispersione degli inquinanti stessi. Nell’ambito del bacino padano, si stima che gli apparecchi a biomassa legnosa (caminetti aperti, stufe) siano responsabili di oltre il 50% delle emissioni di PM10.
Gli effetti sulla salute provocati dall’esposizione all’inquinamento atmosferico non si verificano solo entro pochi giorni ma anche a distanza di anni dall’inizio dell’esposizione. In particolare, l’esposizione a particolato atmosferico è associata a:
- malattie respiratorie
- disturbi cardiovascolari
- ictus
- cancro
- diabete
- malattie neurodegenerative
- disturbi neonatali
Alcune persone sono particolarmente suscettibili agli effetti dell’inquinamento atmosferico:bambini
- donne in gravidanza
- soggetti già affetti da patologie croniche (cardiovascolari, respiratorie, diabete)
- persone in condizioni di rischio dovuto a obesità e sindrome metabolica
- alcune categorie di lavoratori con esposizione elevata a inquinanti ambientali (ad es. polizia municipale).
La Regione Piemonte, con Deliberazione della Giunta Regionale 26 febbraio 2021, n. 9-2916 “Disposizioni straordinarie in materia di tutela della qualità dell’aria”, in attuazione delle disposizioni nazionali e europee, ha reso operative specifiche misure di intervento e monitoraggio al fine di migliorare la qualità dell’aria. La norma prevede che:
- dal 15 settembre al 15 aprile sia vietato bruciare all’aperto materiale vegetale su tutto il territorio regionale
- stufe e caldaie a legna e pellet debbano essere installati a regola d’arte e registrati nel Catasto Impianti Termici, come ogni altro generatore
- negli impianti a pellet sia obbligatorio l’utilizzo di pellet A1
- sia vietato installare generatori di classe inferiore alle 4 stelle
- sia vietato utilizzare generatori di classe inferiore alle 3 stelle (ad eccezione dei comuni della zona IT0121 Montagna)
Le indicazioni per prendersi cura della propria salute e dell’ambiente:
- non bruciare i residui vegetali ma consulta il tuo Comune per conoscere le modalità di raccolta e conferimento;
- consulta periodicamente i bollettini ARPA sulla qualità dell’aria
- ricordando che “con semaforo arancione o rosso” scatta il divieto assoluto per qualsiasi tipologia di combustione all’aperto e il divieto di utilizzo di generatori a biomasse legnose di classe inferiore alle 5 stelle;
- verifica la corretta installazione e manutenzione del tuo impianto di riscaldamento domestico compresa la canna fumari;
- utilizza soltanto combustibili ben essiccati e di qualità (non carta, cartone, ramaglie o rifiuti)
Link Utili
- DGR 9-2916 del 26/02/2021
- ARPA - Bollettini qualità dell'aria
- Come utilizzare le biomasse
- FAQ - Combustioni all'aperto
- Regione Piemonte - Qualità dell'aria
Riferimenti Bibliografici